Tenuta San Leonardo è un capitolo della storia del vino italiano. L’antico borgo ospitava un monastero, qualcosa come mille anni fa: dal 1724 è diventato la dimora dei Marchesi Guerrieri Gonzaga, famiglia da sempre legata alla viticoltura su questo territorio. Il marchese Carlo è l’attuale proprietario, primo vero enologo della famiglia: innamorato dei grandi vini di tradizione francese, si è impegnato in viaggi di studio tra Francia e Toscana, dove aveva stabilito una proficua consuetudine con il marchese Mario Incisa della Rocchetta, patron di Tenuta San Guido e suo mentore enologico. Da oltre cinquant’anni Carlo Guerrieri Gonzaga dedica alla Tenuta di famiglia la totalità delle sue attenzioni. Il figlio Anselmo raccoglie ora le redini dell’azienda, ereditando lo stesso amore per il vino e per questo angolo di Trentino. “San Leonardo” è il taglio bordolese simbolo della Tenuta, nato nel 1984 dall’intuizione di uno dei più blasonati enologi italiani, Giacomo Tachis. Un vino classico, straordinariamente elegante e longevo. Borghetto all’Adige, frazione del comune di Avio: fino al 1918, questo centro della Vallagarina ha rappresentato la sede della dogana austriaca sul confine con il Regno d’Italia. Oggi, su questi suoli a matrice vulcanica e condotti in regime biologico, Tenuta San Leonardo coltiva le uve storiche bordolesi per la realizzazione del suo rosso di punta: Carmenere, impiantato già alla metà del 1800; Merlot, presente dagli inizi del Novecento e Cabernet Sauvignon, messo a dimora negli anni 70 del Novecento. Il processo di vinificazione separata segue dappresso la tradizione bordolese: fermentazioni spontanee in cemento per circa 15-18 giorni, con rimontaggi quotidiani e delestage; affinamento per un periodo di 24 mesi in barrique di rovere francese nuove, di secondo e di terzo passaggio. L’assemblaggio prevede il 60% di Cabernet Sauvignon, 30% di Carmenere e 10% di Merlot. Una realizzazione che si presta all’evoluzione per diversi decenni. “San Leonardo” veste un elegantissimo color rosso rubino intenso e mostra una rotazione fluida ed invitante. Le note olfattive sono scure e assolutamente classicheggianti: floreale di peonia e viola appassita, fruttato d’amarena e susina, speziato di chiodo di garofano, sfumatura di tabacco e mentolato. L’assaggio è potente e molto fine: dalla morbidezza vellutata e dal tannino integrato, si passa attraverso una nota gentilmente erbacea, per chiudere in un finale asciutto e dalla persistenza salina. Una grande interpretazione bordolese, da spendere con le carni rosse arrosto, i formaggi stagionati e i primi piatti della tradizione montana.
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